RECENSIONI LIBRI


LARS GUSTAFSSON:
"MORTE DI UN APICULTORE" IPERBOREA EDIZIONI
Ho scoperto questo libro e la sua grande casa editrice, che mi ha fato conoscere e apprezzare una letteratura scandinava e nord europea che ignoravo, attraverso una lettura di saggio sul carcere. Cosa accomuna il personaggio di Gustafsson con il carcere vi chiederete voi, tanto, molto più di quanto uno possa immaginare (per chi il carcere lo conosce).Lars, il personaggio del libro, è un ex maestro elementare in pensione anticipata che è malato di cancro. Lui non lo sa o meglio decide di non volerlo sapere, rifiutando di aprire la lettera arrivata dall'ospedale.Il libro è una sorta di diario degli ultimi giorni di vita dell'apicultore Lars. In questo libro si parla di sofferenza come quasi una forma di verità, che consente al protagonista di affrontare i ricordi, e la vita di ogni giorno, scoprendosi nel profondo. Questo libro diario è affine alla sofferenza di un recluso a lunga pena, perchè il carcere come un cancro ti divora, lasciandoti vivere un presente doloroso che fa i conti col passato, con i ricordi, riscoprendo felicità a cui prima non si dava importanza. Lars è condannato a morte da un cancro e scopre, come fa un prigioniero, che: "Gli altri incominciano dalle passione racchiuse nel mio corpo". LA SOLITUDINE è UNA CONDIZIONE IMPOSSIBILE ANCHE PER IL PROTAGONISTA DEL LIBRO , CHE AFFERMA ANCORA: "la parola "io" è il vocabolo più assurdo della nostra lingua.Il punto vuoto del linguaggio.(COSì COME UN CENTRO è SEMPRE NECESSARIAMENTE VUOTO) ". Il recluso di lunga pena può raggiungere la stessa conclusione del protagonista del libro: " Io sono un corpo. Tutto quello che si deve fare, che si può fare, dev'essere fatto dentro questo corpo". QUANDO LA CAUSA DEL DOLORE NON SI PUò RIMUOVERE, LO STATO IRRITATO SI RIPETE FINO A CRONICIZZARSI, FINO A DIVENTARE UNA MALATTIA. OGNI DETENUTO E' UN MALATO, IN QUANTO DETENUTO. LASCIO A VOI SCOPRIRE LE ANALOGIE CHE IO HO RICONOSCIUTO IN QUANTO DETENUTO. UN LIBRO CHE NON MI STANCHERO' MAI DI LEGGERE, UN LIBRO DI UNA CASA EDITRICE(IPERBOREA) DA SCOPRIRE E APPREZZARE.

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CLAUDIO LAVAZZA:
"Pestifera la mia vita", titolo originale "Autobiografia de un irreductible".
Biblioteca Popolare Rebeldies / Cassa antirepressione delle Alpi occidentali, via Savona 10, 12100 Cuneo

Autobiografia scritta in carcere da Claudio Lavazza, libro i cui ricavati andranno tutti per volere dell'autore, alla cassa anti-repressione delle Alpi occidentali e alla cassa anarchica di solidarietà anticarceraria, buon motivo questo per acquistarlo (prezzo 10 euro). Claudio è un personaggio che va letto e capito, io ho avuto modo di conoscere i suoi compagni nel mio periodo di detenzione in spagna(2002-2005). Questo libro ripercorre la sua vita, le sue lotte, il suo pensiero e le sue scelte. Spesso i mezzi di disinformazione lo hanno definito un rapinatore, erroneamente. Claudio è un espropriatore ma soprattutto un Anarchico. La sua storia il lettore la capirà leggendo questo libro. Claudio ha valutato opportuno, per una questione di principio evitare di riportare i nomi dei compagni e compagne che hanno partecipato ad alcune azioni descritte nel libro, questo per il principio che non è mai bello fare nomi. Questo libro ripercorre la storia dei cosidetti "anni di piombo" in Italia, fino al suo arresto nel dicembre nel 1996 in Spagna durante un esproprio finito nel sangue al Banco Satander di Cordoba, dopo 16 anni di latitanza. Nella seconda parte del libro ci sono le battaglie che claudio ha intrapreso dopo il suo arresto per l'abolizione del F.I.E.S. (il nostro 41 bis in Italia) in Spagna. Una lettura dove io stesso ho scoperto e riscoperto le vicende italiane, spagnole e quelle della Francia del governo Mitterand, di anni che molti hanno liquidato come "anni di piombo",ma leggendo il libro si capisce il clima di quegli anni e quanto poco sia stato fatto per eliminare dal panorama politico i vecchi fascisti. Un libro da leggere, ovviamente un libro sconsigliato a chi è affetto da giustizialismo e persistente mania d'estradizione. Nel libro compare anche Cesare Battisti; Claudio era uno dei componenti del gruppo che lo liberò dal carcere di Frosinone. Buona lettura.
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JACQUES MESRINE:
"L'ISTINTO DI MORTE."
COEDIZIONE NAUTILUS - EL PASO

Un autobiografia avvincente, scritta in carcere nel 1977, Mesrine è un ribelle fin da piccolo. Nella sua gioventù a 20 anni è costretto alla guerra d'Algeria. Il suo ritorno in Francia lo pone di fronte a una società borghese dove lui non si riconosce e dinnanzi a prospettive di lavoro che non riesce a sopportare. In una società dove lui non si ritrova, intraprende la carriera di fuorilegge. La sua sarà un'esistenza sempre al limite, una vita dove più di tutto conta la coerenza. La sua vita è costellata di furti, rapine, incontri con prostitute, violenti scontri con sfruttatori che lui detesta profondamente, assassinii, amori forti e passionali con donne capaci d seguirlo fino alla fine, e poi figli. Tutto questo lo ha visto protagonista di una vita dove è stato più volte apprestato e altre tante volte è evaso, anche da carceri di massima sicurezza in Francia e in Canada. Ha fatto storia la sua evasione nel 1972 dal carcere canadese di Saint Vincente de Paul, dove tornò attaccando il carcere dall'esterno per liberare gli altri detenuti. Questa autobiografia ci svela un personaggio che negli anni 70 in Francia è diventato " il nemico pubblico n°1", che la polizia aveva ordine di prendere vivo o morto. Jacques Renè Mesrine (Merinè per pronuncia) è stato e resta un simbolo della rivolta senza quartiere contro la società borghese e capitalista e la sua giustizia. Un libro da leggere.
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SCRITTURA CUNEIFORME di KADER ABDOLAH
IPERBOREA EDIZIONI
Ismail è un esule politico rifugiato in Olanda. Un giorno riceve un misterioso plico, che contiene un taccuino, scritto in carattere cuneiformi. Caratteri a lui incomprensibili. Il taccuino è il quaderno di suo padre Aga Akbar, riparatore di tappeti sordomuto e analfabeta,che quest ultimo portava sempre con se e vi scriveva i suoi pensieri nell'unica scrittura che conosceva, i caratteri cuneiformi copiati da una iscrizione in una grotta, iscrizione dove il Re Ciro scrisse: "Sono il re dei re". Ismail era stato per suo padre la bocca e le orecchie; ora con il taccuino di suo padre, il suo interesse era tradurlo. Tradurlo rappresentava per Ismail una forma di perdono per averlo abbandonato, una riconcigliazione con le proprie scelte e il proprio destino che lo portò a fuggire dall'Iran.Il libro ripercorre le vicende dell'Iran, un riscoprire i cambiamenti della sua terra lontana, cambiamenti e vicende che hanno visto l'avvento dello Scia e la salita al potere di Khomeini, tappe queste legate alle vicende della sua famiglia. Il libro è appassionante, un continuo oscillare tra presente e passato, tra Olanda e Iran, tra poesia e realtà. Una splendida e commovente storia tra padre e figlio, ma anche il confronto tra due civiltà e due culture diverse, tra religione e laicismo. Un libro edito da Iperborea, un libro che vi saprà conquistare come è stato per me, un libro che vi farà scoprire un eccellente scrittore, Kader Abdolah.
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L'ETERNITA' ATTRAVERSO GLI ASTRI
di LOUIS-AUGUSTE BLANQUI
Nel suo libro Blanquì formula l'espressione metafisica più radicale che ci sia dell'esperienza carceraria e dell'isolamento che essa suppone.Io per una sorta di "deformazione professionale" sono portato a leggere libri scritti da detenuti/e, ex o che hanno attinenza col carcere.
Libro particolare, straordinario,senza pesantezze ideologiche. Lo stesso Blanquì ha trascorso 36 anni della sua esistenza in carcere. La visione di Blanquì è quella dell'eterno ritorno ad una realtà, ed è tratteggiata in tutti i suoi particolari nelle sconvolgenti ultime pagine di questo libro che io definisco eccezionale. Nella totalità l'esperienza è circolare. L'originalità dell'approccio è dovuta al fatto che lega la prova del tempo carcerario a un "ipotesi astronomica", quella dell'eternità astrale e umana consistente nella reiterazione perpetua delle stesse situazioni e degli stessi gesti. In questa prospettiva il tempo carcerario diventa metafora del tempo storico e la reclusione metafora del destino storico dell'uomo e del rivoluzionario in particolare: "l'essere umano è eterno in ogni secondo della sua esistenza.Ciò che scrivo in quest istante, su un tavolo, con una penna, vestito con questi abiti, in una segreta del forte Taureau, l'ho scritto e lo scriverò per l'eternità,in circostanze tutte simili.E questo vale per ognuno di noi.
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IL GABBIANO JONATHAN LIVINGSTON
             Di Richard Bach

Lavorando in biblioteca(quella del carcere-ovviamente), mi sono ritrovato più volte tra le mani e sotto gli occhi questo libro. All’inizio l’ho ignorato, come spesso faccio con i cosidetti best-sellers(ho sempre preso bidoni con i bestseller) , finchè un giorno lo riscopro mentre riordino i libri.
L’ho aperto, l’ho iniziato a leggere e l’ho letto d’un fiato. Jonathan Livingston è un gabbiano che abbandona lo stormo, viene allontanato, diventa un reietto. Con l’abbandono dello stormo si dedica a quello che più ama, il volo e la libertà, ubbidendo solo alla propria legge interiore.
Uscendo dallo stormo(dalla massa), Jonathan vive la sua vita, scoprendo il significato di essa.
Il lettore sarà affascinato da questo libro, sarà trascinato in un’entusiasmante avventura di volo e soprattutto di libertà (ed io di libertà me ne intendo).
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CANE MANGIA CANE, di Edward Bunker
Questo è il primo libro di Edward Bunker che mi sono ritrovato a leggere. Gli autori americani non mi hanno mai entusiasmato, tranne qualche eccezione, ma Bunker è un grande.Lui stesso ha sofferto la prigionia ed è stato un profondo conoscitore del carcere e della "malavita".Nel libro "Cane mangia cane", si narra le vicende di un trio, che si ritrova dopo il rilascio del protagonista Troy, a mettere a segno delle rapine ai trafficanti di droga. Basta questo per capire i personaggi. Gli amici di Troy sono Mac Dog, folle omicida e cocainomane, e Diesel un gigante dall'apparente vita normale. Troy è il capo del trio, lo è per astuzia e per carisma;lui è cosciente che l'unico posto per lui è nel crimine, nonostante provenga da una famiglia ricca che non lo ha messo al riparo da maltrattamenti e abusi. Ma questo lo scoprirete nel libro. Il libro è per stomaci forti, un libro da leggere nella sua crudezza, io l'ho trovato magnifico, vero, avvincente. Bunker trasmette perfettamente le emozioni dei personaggi e traccia con realtà il mondo criminale americano. Buona lettura. Un libro da non perdere per gli amanti del genere.
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FOC AL FOC - GOLIARDO FIASCHI: UNA VITA PER L'ANARCHIA. 
di Gino Vatteroni
Questo libro va letto soprattutto da quei benpensanti Anarchici. Io ho avuto la fortuna e il piacere di avere questo libro in regalo, grazie alla solidarietà dei /delle compagni/e della Biblioteca Rebeldies di Cuneo.Questo libro mi ha toccato e commosso, ed io non sono facile alla commozione. Goliardo è uno di quegli uomini a cui avrei voluto stringere la mano. Imprigionato in Spagna nel 1957, arrivò li per attentare al dittatore Franco e fu successivamente "estradato" in Italia nel 1965 per espiare una condanna per "rapina" ;lui si dichiarò sempre innocente.Nelle carceri italiane restò fino al 1974. Dopo 17 anni tra Spagna e Italia tornò libero nella sua Carrara. Il libro nella prima parte narra le sue vicende nella resistenza come giovanissimo partigiano, nella formazione CASTRIGNANO della divisione Modena. La seconda e più consistente parte narra l'infame detenzione a cui è stato sottoposto in Spagna prima e in Italia poi. Nella sua biografia non manca di sottolineare la sua amarezza verso certi "compagni anarchici", tanto da scriverlo su una lettera inviata ad un compagno: "Non ho mai preteso la solidarietà dei compagni, sono stato moltissimi anni in questi luoghi senza nessun mezzo economico(Garcia ne sa qualcosa), ho vissuto nella fame e nella miseria, ci ho rimesso la mia gioventù e la salute per completo, ed è proprio in questi luoghi che ho conosciuto chi è l'Uomo, ed in particolare i compagni ! E ho sempre fatto onore all'educazione anarchica ricevuta, stanne certo! Ma ne sono anche rimasto indignato in una maniera vergognosissima del comporto dei compagni che hanno avuto verso di me." (pag. 303). Goliardo Fiaschi è un Uomo(come pochi) e un Anarchico di grande dignità, un Uomo a cui va grand erispetto. Un libro questo su Goliardo pieno di sofferenza e verità. Il libro è edito dal Circolo a lui dedicato, Il CIRCOLO CULTURALE ANARCHICO GOLIARDO FIASCHI di Carrara. Buona lettura.
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DA ENTRAMBI I LATI DEL MURO di PATXI ZAMORO
Questo libro l'ho scoperto grazie ai compagni dello spazio libertario "sole e baleno" di Cesena. Un grazie a tutti/e loro per avermi fatto scoprire la storia di Patxi Zamoro. Fare la recensione di questo libro è dire solo una cosa: leggetelo.
Vi aiuterà a capire, non tanto il carcere(cosa difficile di per sè),ma vi farà scoprire il carcere nel carcere. Aiuterà a conoscere e capire quello che gli uomini sono capaci di fare ad altri uomini. Uomini(se così li si può chiamare) che dopo aver tolto la divisa, tornano nelle loro case, tra i proprio cari, senza memoria, senza vergogna ne coscienza, facendo sembrare tutto "normale", una normalità schiava del potere, di quel potere dell'uomo sull'uomo che, non vuole(giustamente) piegarsi all'ingiustizia e al sopruso. Patxi era un uomo che amava profondamente la libertà, nei suoi anni e anni di carcere non ha mai smesso di cercarla. Il finale del libro è commovente, ma io voglio chiudere questa presentazione che , non ha la presunzione di essere una recensione, con le prime righe del preludio:
"Dicono che nessuno, copo aver oltrepassato la soglia della morte, sia tornato per parlarne. E' una menzogna, perchè io stesso sono tornato, ancora avvolto del suo fetido odore, per parlare della peggiore di tutte le morti:quella che si soffre in vita."
Agur eta ohore, Patxi.

Distribuzione: Equal Rights Forlì:
E.R.F. Ezio - Via Monda 62/a - 47121 Forlì 
Email: equalrights@inventati.org
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EDUCAZIONE SIBERIANA , di Nicolai Lilin
Questo libro l'ho letto quasi d'un fiato,scoprendo la storia di Nicolai e la sua educazione siberiana.Questo libro narra l'educazione di un giovane siberiano, appartenente all'etnia urca. Gli urca, sono guidati da un forte senso religioso, sono cristiano ortodossi. Le loro regole sono quelle dei "criminali" siberiani. Essi non hanno mai sostenuto nessuna forza politica, vivevano tutti seguendo solamente le loro leggi, combattendo qualsiasi potere governativo. Molti di essi furono deportati(oltre che uccisi), i loro villaggi bruciati, molti finirono nel sud dell'allora unione sovietica, nell'attuale Moldavia.Tutto questo non fece che unire e ancor di più rafforzare il loro credo e la loro cultura "criminale". I piccoli siberiani venivano educati con forte senso di appartenenza alla comunità urca; i vecchi educavano i bambini.Come prima cosa, bisognava rispettare tutti gli esseri viventi(anche se spesso si ricorreva all'omicidio), categoria in cui non rientravano i poliziotti, la gente legata al governo, i bancari, gli usurai e tutti coloro che avevano tra le mani il potere del denaro e sfruttavano le persone semplici. Gli urca, fortemente legati alla loro terra, credevano nell'indipendenza da qualsiasi forma di potere.Il mio non vuole essere un elogio a tutto quello che è scritto in questo libro; vorrei che fosse letto e poi giudicato, così come prima di me ha fatto l'autore-protagonista, scrivendo.E' la storia di Nicolai, giovane educato da un'intera comunità criminale, ad essere un criminale onesto, trasmettendogli una visione del mondo, fortemente influenzata dal credo ortodosso, non lontano, se vogliamo, da certi atteggiamenti di cosa nostra.Un romanzo criminale siberiano, raccontato da chi l'ha vissuto, con una forza che ti prende e non ti lascia più. Io l'ho letto in quattro giorni. Educazione Siberiana diventerà anche un film di Gabriele Salvatores prodotto da Cattleya. Nicolai Lilin, nato nel 1980, da qualche anno vive in Italia. Questo è il suo primo romanzo, es è stato scritto direttamente in italiano.Casa editrice Einaudi.
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STORIE DI ORDINARIA FOLLIA, di Charles Bukowski
Bukowski, il genio allo stadio brado. L'ho apprezzato e continuo a farlo, soprattutto per le sue poesie. Questo libro contiene 42 racconti , dove il tutto è vissuto in prima persona dall'autore. Una biografia, se così si può definire. Racconti disordinati a puntate, dove si intrecciano personaggi reali e di fantasia. Al tempo in cui scrive questi racconti, gli anni 70, Charles Bukowski passa attraverso vari divorzi, lavori abbandonati, fallimenti, corse di cavalli, sbronze e quanto più. Nella sua vita Bukowski è stato un pazzo, un tenero innamorato, un cinico bastardo, ma più di tutto è stato e resta, autentico, vero.
In lui non ci sono falsi pudori, nè alibi, tutto è vissuto in prima persona. Io non ho certo la capacità, nè tantomeno il grado culturale, per fare una recensione, ma di questo non mi curo, resto quel che sono, prima di tutto un carcerato. Questo libro lo consiglio a chi ovviamente, non ha la puzza sotto il naso.
Cito un passaggio di questo libro, primo per non renderne scara questa "recensione", secondo per dare una idea di Bukowski : "La razza umana mi ha sempre disgustato. Ciò che, in sostanza, me la rende disgustosa è la malattia dei rapporti familiari, il che include il matrimonio, scambio di poteri e aiuti, cosa che, come una piaga, come una lebbra, poi diviene: il tuo vicino di casa, il tuo quartiere, la tua città, la tua contea, la tua patria ...
Tutti quanti che s'abbrancano stronzatamente gli uni agli altri, nell'alveare della sopravvivenza, per paura e stupidità animalesca."
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JOHN FANTE
Il primo libro di Fante, me lo ritrovai tra le mani per caso, non più di tre mesi fa (febbraio 2013). Di lui avevo sentito parlare, ma non mi aveva incuriosito, a parte le origini, il padre era abruzzese, di Torricella Peligna. Iniziai a leggere "Chiedi alla polvere", mi prese da subito, tant'è che avevo intenzione di fare uno dei miei soliti "tentativi" di recensione. Nel frattempo avevo iniziato a leggere "La confraternita dell'uva", altro libro degno di recensione: erano entrambi da recensire mi dissi. Intanto già leggevo il terzo, "a ovest di Roma", praticamente ero diventato un Fantedipendente. Perciò ora è inutile fare le recensioni, anche perchè, la dipendenza da Fante, mi ha portato a leggere anche "La grande fame" e "1933 un anno terribile".
Per me Fante è uno dei migliori scrittori del 900, quando iniziai a leggerlo capii subito di aver trovato qualcosa di più che interessante, avevo scoperto qualcosa e qualcuno di magico. Le parole fluivano con facilità, ogni parola, ogni pagina aveva la sua energia. Mi sono detto, ecco uno che riesce a prendermi e portarmi via da questa fogna (riuscire a portarmi via di quì è una impresa difficilissima). Fante è un grande, uno che ti fa dire :" questo l avrei voluto scrivere Io".I libri di Fante sono un teatro della memoria, dove io mi ci sono ritrovato, riscoprendo anche la mia gioventù. Fante è riuscito anche in questo, ha resuscitato ricordi che credevo ormai perduti.Ci sono scrittori malinconici o epici, altri che ti lasciano annientato o sconvolto. Fante pè uno scrittore che ti lascia di buon umore. E' un dono grandissimo,cercato, con diligente applicazione. Ritengo Fante autore di prose perfette, accattivanti, magiche. Fante resta tra i miei preferiti, consiglio due libri su tutti:"chiedi alla polvere" e "la confraternita dell'uva", consiglio questi due perchè poi, non potrete fare a meno di leggere il resto.

1 commento:

  1. Cercherò sicuramente il libro, e grazie caro Emidio per questo suggerimento
    Alessandra Lucini

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